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SAN MARCO NOVENTA 0 - PERAROLO 2

U.S. Perarolo - 2006/2007 Filed Under:
La domenica perfetta inizia venerdi sera. La quasi totalità dei giocatori dell'US Perarolo, eccezion fatta per un manipoli di mormoni dello Utah impegnati in celebrazioni religiose, si ritrova a partire dalle ore 20 per una sobria cenetta a lume di candela presso i locali de "il makkarone". I ragazzi hanno amabilmente conversato per ore ed ore con un bicchiere di cognac in mano e la musica del clavicembalo che accompagnava i loro filosofici pensieri. Paja Onga ha rimato un poema epico in quartine estroverse dal titolo "son triste chè m'han tolto una ciste", mentre Berni ha decantato le gesta delle donne da egli conosciute nei suoi recenti viaggi nelle terre d'Oltralpe ed Alemagna, per non parlare di quelle quattro sgualdrine polacche. Il tutto è stato documentato dalla maestria estetica di Simone Piedone Feisbuk Ferraresso, le cui foto sono già disponibili presso il rotocalco elettronico da cui prende uno dei due soprannomi.
Insomma, un'atmosfera settecentesca che ha caricato a molla i giocatori, scesi sul campo di giuoco con la necessaria concentrazione e le giuste motivazioni, consci anche del fatto che quello che passava era l'ultimo treno per il sogno promozione.
Il Baffo, che per la prima volta in stagione ha a disposizione tutto l'organico, fa accomodare in panchina Camacho e Kiba Cavallo preferendo al loro posto Trivella e Totò e disegnando un 4-4-2 richiesto a furor di popolo.
Nei fatti, mai come nella partita di ieri, la squadra si disporrà con un offensivissimo 4-3-3, almeno fino a quando la somma dei giallorossi, ieri in bianco, sarà 11.
E' Trivella, presentatosi per l'occasione con un nuovissimo look da naziskin, a dirigere la difesa e a prenderei gradi di capitano. Al suo fianco Jackie, Bernoccolo, Mr. Lui e Saponetta Buccia d'Arancia Beccò compongono la retroguardia difensiva; a centrocampo Totò, Fefè e Paja Onga compongono la cerniera di raccordo con l'attacco che sarebbe formato dai soli Pato e Paolo, ma che - come anticipato - vede Luca dispiegato nel ruolo di ala sinistra. Di fronte un'avversaria data tra le pretendenti alla promozione, se non addirittura come favorita al primo posto assoluto, una rosa di 40 giocatori, figlia di una fusione tra due blasonate società dei quartieri orientali di Padova, un allenatore che pare sia Mourninho e un attaccante da 8 reti in altrettanti match. Più il parrucchiere del Baffo che in qualche modo c'entra nel discorso, anche se nessuno, nonostante l'aneddoto sia stato svelato ai 4 venti, ha capito perché e percome. Ma tutto fa brodo, e che brodo! Già dopo tre minuti gli ospiti rischiano di passare in vantaggio quando Luca Pajaro, solo soletto, spara alto un pallone da pochi passi. Brividi sulla schiena dei padroni di casa, e brutti presentimenti nelle teste del Perarolo, che di occasioni ne ha sbagliate parecchie nelle ultime sfortunate prestazioni.
Ma anzichè abbattersi, la formazione d'OltreBrenta preme ancor di più sull'acceleratore e, senza esporsi al contropiede, prende possesso del terreno di gioco. Salvo, tornato a destreggiarsi con una palla al piede anzichè un rosario tra le mani, disegna traiettorie geometriche, Paolo lotta su ogni pallone, Luca è una vera spina nel fianco della macchinosa retroguardia del San Marco, e la rete di Pato al ventesimo è il giusto coronamento di un predominio assoluto. Sugli sviluppi di un cross dalla sinistra, Fefè prova la rovesciata acrobatica: l'esito è tutt'altro che spettacolare ma quello che doveva essere un tiro si trasforma in un assist per il lucano, che è lestissimo a calciare in rete sorprendendo difesa e portiere.
Il San Marco reagisce, e infastidisce Beccò con un paio di calci piazzati velenosi, ma Trivella e soci riescono sempre a sbrogliare la matassa e a riproporsi in attacco. E chi di punizione cerca di ferire, di punizione perisce: Salvo pennella al centro dell'area, respinta sbilenca della difesa ed ecco che arriva il classico gol dell'ex. Paolo non ci pensa un attimo e scarica in porta tutta la rabbia accomulata domenica scorsa e il rancore verso la società per cui ha militato per molti anni.
A questo punto la partita è virtualmente chiusa: il San Marco cerca di mescolare un po' il centrocampo ma sono vani esercizi di stile. Il Perarolo però non vuole chiudere il match con troppa tranquillità e si lascia coinvolgere da una bagarre del tutto inutile, con il risultato che Fefè viene ammonito e cinque minuti più tardi, quando l'ammonizione serve davvero per fermare un avversario lanciato verso la porta, ecco che scatta il rosso. Il baffo è giustamente furioso e deve correre ai ripari durante il riposo, lasciando Paolo da solo in attacco e spostando Pato sulla linea dei centrocampisti, per evitare le prevedibili sfuriate dei cursori casalinghi. Tuttavia, al rientro dagli spogliatoi, sono gli ospiti ad avere in mano il colpo del definito, inappellabile ko. Prima con lo stesso Pato, che cerca di sorprendere il portiere avversario da fuori area dopo una perfetta azione in contropiede, e poi con Trivella che spizzica di testa il corner calciato da Salvo, la palla percorre tutta l'area di rigore ma purtroppo non trova nessuna maglia bianca a ribadirla in rete.
A quel punto il San Marco reagisce e prende possesso del match, grazie alla superiorità numerica e ai primi accenni di vecchiaia da parte di Salvo, più nella testa che nel corpo. Ma di occasioni vere e proprie i giallorossoneri non ne creano, e più aumentano i centimetri in attacco, più la retroguardia perarolese ha buon gioco. Non è un assedio quindi, quello cui si assiste dalla tribuna (tribuna che peraltro ospita Pano, ex giallorosso che ora milita nella caminese e la cui partita è stata sospesa per squaraus del direttore di gara) ma uno sterile tentativo di accorciare le distanze, frustrato ogni volta dagli anticipi di Berni, dalla fisicità di Jackie e PajaOnga, dalla grinta di Trivella, dal neurone di Pato e dalla fierezza di appartenere alla razza che del Presidente degli Stati Uniti di Bernoccolo. L'unico vero pericolo che corre la porta di Beccò è a pochi minuti dal 90° quando Beda si fa tutto il campo in solitudine, e scaglia un pepitone da fuori area. Con la sicurezza tipica dei grandi portieri, Saponetta accompagna con lo sguardo la palla... sulla traversa... e in qualche modo fa sua la sfera dopo che questa rimbalza abbondantemente fuori dalla riga. Il triplice fischio arriva con qualche attimo di ritardo, ma sancisce una vittoria meritatissima e mai in discussione, nonchè il rilancio delle quotazioni perarolesi presso il borsino della terza categoria.

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