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US PERAROLO 1 - CAMINESE 2

U.S. Perarolo - 2006/2007 Filed Under:
Un tiro per tempo: due gol; tre parate decisive, un rigore sbagliato all'ultimissimo istante: un gol. Si potrebbe sintetizzare così l'amara sconfitta, la prima interna, del Perarolo Calcio, che dopo la buona prestazione offerta 7 giorni fa nel temibile campo del Correzzola compie due o tre passi da gambero e si ritrova a fare i conti con una classifica deficitaria.
E' difficile stabilire laddove inizino i meriti della compagine avversaria, ed in particolar modo del loro numero 1, e dove invece inizino i demeriti della formazione del Baffo: la partita è stata tutt'altro che bella e ben giocata, ed in particolare nel primo tempo i giallorossi, ieri in giallorosso, hanno palesato una preoccupante latitanza di gioco razionale, affidando tutta la manovra a lanci lunghi che hanno fatto la fortuna della rocciosa difesa avversaria, tanto puntuale sulle palle aree quanto lenta ed impacciata in occasione delle sin troppo azioni manovrate. 
"Forse la partita sarebbe andata diversamente se non avessimo preso quel gol da polli dopo pochissimi minuti: non avessimo dovuto rimontare sin da subito, forse avremmo impostato il match su un binario più razionale... e invece ci siamo fatti prendere dalla foga, e solo una volta raggiunto il pareggio abbiamo dimostrato le nostre capacità". In effetti l'inizio del match è subito in salita per i locali: passano meno di dieci minuti e la caminese va in vantaggio sugli sviluppi di una punizione battuta dalla trequarti. Il lesto capitano e numero 10 in divisa bianca piomba sul primo palo e batte a rete di prima intenzione, cogliendo impreparata tutta la retroguardia del Perarolo, panchina compresa. E come descritto puntualmente dal Baffo, la reazione dei ragazzi è tutt'altro che ordinata: i lanci lunghi intesi a servire i gemelli lucani fanno il gioco degli ospiti, che non ci pensano due volte a rinviare alla viva il parrocco, e se poi ci scappa un minimo di contropiede, tanto meglio. Anche a centrocampo la partita è appannaggio della caminese, che, più o meno lecitamente, da un tono piuttosto maschio al match. Il Perarolo non si tira indietro, ma certo l'arbitro potrebbe sanzionare con più continuità le trattenute e le spinte che si susseguono: la redazione gli è tuttavia solidale, poichè comprende perfettamente che dirigendo una partita ad almeno 25 metri di distanza dal punto dove si trova la palla, alcuni errori si possono ben commettere! "Non vogliamo cercare alibi" commenta il capitano di giornata Trivella, rientrato nella posizione di libero per il turno di stop autoconcessosi da Camacho "ma qualche cartellino giallo in più ci stava, e magari la storia del match sarebbe cambiata". Mentre raccogliamo interviste e snoccioliamo sentenze, sono trascorsi circa 25 minuti dal fischio d'inizio ed è tempo, finalmente, di pareggio! Anche in questo caso galeotta fu la punizione: Zaghetto calcia sul secondo palo, Fefè fa un'ottima sponda sulla quale Berni, nel tipico stile dello scaldaculo®, batte il portiere avversario di controbalzo e regala la sospirata rete del pareggio. Nei restanti dieci minuti della prima frazione il Perarolo, liberatosi appunto dal fardello della ricerca del gol a tutti i costi, dimostra di che pasta è fatto: sapienti manovre palla a terra, discese incontenibili sulle fasce e - putroppo - imprecisione sottoporta, sono sufficienti a far vedere i sorci verdi agli ospiti, che accolgono con malcelato sollievo il duplice fischio.
 
Al ritorno dagli spogliatoi la caminese sembra un po' più convinta dei propri mezzi e abbandona il copione "palla lunga e padalare" utilizzando il più collaudato "palla lunga, pedalare e provare a tirare in porta". Ma il forcing dura poco più di dieci minuti, giusto il tempo necessario a Beccò per prodursi in un'elegante parata in sette tempi: palla calciata da metà campo e diretta tra le sue mani sicure, presa saponettata, palla che lo scavalca, palla che sta per varcare la linea bianca - quella del "gol", non quella del "fuori", Beccò che si intorcola, si intrufola tra la rete, si inarca, si interseca, si intercetta, si interrompe e in tutta tranquillità la riacciuffa. Nonostante le proteste degli ospiti, l'arbitro non concede il gol, e Beccò può ancora guardarsi allo specchio.
Il Perarolo a quel punto reagisce e inizia a manovrare con più diligenza: il valzer sulle fascie non da i frutti sperati, ma Paolo riesce ad avere la meglio in un paio di occasioni sul diretto avversario ed è solo per qualche centimetro di troppo che i suoi lanci non finiscono tra i piedi di Pato o Kiba. Inizia anche lo show del portierone caminese, uno a cui non avresti dato una lira prima - e francamente anche dopo - il match, ma che evidentemente durante il match sa come guadagnarsi la pagnotta: con tre interventi miracolosi salva la propria rete su altrettante occasioni firmate Paja Onga, Berni e Jack. E poichè nel calcio spesso non vince chi merita, ecco che a dieci minuti dal termine arriva il gol beffa, un gol perfettamente uguale a quello incassato nel primo tempo, con la differenza che la palla filtrante non è frutto di un calcio piazzato ma di un passaggio, ma direzione della palla, movimento dell'attaccante, impassibilità della difesa e risultato sono i medesimi. 2 a 1 e stato di shock per il Perarolo. Iniziano anche le prime scaramucce tra le panchine, laddove l'eleganza dei giocatori e della dirigenza ospite si dimostra degna di un invito a Buckingham Palace. E pensare che al 95° la squadra di casa avrebbe ancora la possibilità di pareggiare e far digirire un boccone amarissimo agli avversari: l'arbitro assegna un rigore per fallo di mano, probabilmente anche dubbio, e sul dischetto c'è Paja Onga "la sentenza" Zaghetto. Che tuttavia si dimentica di essere se stesso, si trasforma in David Campese e con la freddezza dell'estremo australiano trasforma in mezzo ai pali, ma quelli dell'H da rugby, non quelli che contano in un campo da calcio.
Lapidato da compagni e tifosi, a fine gara troverà il modo di dare un sentito addio alla famiglia: l'isola dei famosi lo aspetta a braccia aperte.

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COREZOEA 1 - PERAROEO 1

U.S. Perarolo - 2006/2007 Filed Under:
Correzzola. Pochi kilometri più a sud, e sei a Rovigo; pochi kilometri più a est, e sei a Cioza; pochi chilometri in qualunque direzione, e sei in mezzo ai campi. Siamo ai confini dell'impero, luoghi sperduti e desolati, dove un metro quadrato di casa costa mille euro, e dopotutto ti sembra pure un prezzo esoso; dove gli spogliatoi non sono più grandi della Croma di Totò e per lavarti devi fare i turni; dove le fidanzate dei padroni di casa guardano i corpi nudi e statuari degli ospiti insaponati e incipriati sotto la doccia, nudi come mamma li ha fatti.
Al di là delle note di colore, il Perarolo sa che questa è la prima vera sfida dell'anno: di fronte una compagine che occupa la prima posizione in classifica, 3 vittorie e una sola sconfitta con lo stesso Sambruson che ha sconfitto i giallorossi, ieri in bianco. Il terreno di gioco, incredibilmente vista la disponibilità, non è più grande del Fazzoletto di Arzerello, ed è pure ingannevole perchè quella che sembrava un'erbetta ben curata in realtà nasconde una serie di buche e gibbosità che non rendono giustizia ai buoni piedi schierati in campo e al lessico schierato in questa cronaca.
Ad ogni buon conto: il Perarolo si schiera in campo con la stessa formazione della domenica precedente eccezion fatta per Luca Pajaro che al momento del fischio d'inizio si trova a girovagare ubriaco per le vie di Treviso, seguito passo passo e a sua insaputa da Simone Piedone l'Africano, proud owner of the worst facebook in the world. Al suo posto, di Pajaro, non di Piedone, il redivivo Trivella che torna all'antico ruolo di centrocampista. Attorno a lui ruotano Fefè e Totò; in attacco ci sono Paja Onga e i gemelli lucani; in difesa Berni, Camacho, Jack e Abdul Bernoccolo Karim. In porta Rutto Beccò. Come capita spesso nei campi di dimensioni ridotte, sono i padroni di casa a condurre le danze, ma è il Perarolo ad avere la prima opportunità: Paja scende sulla fascia destra e mette una palla invitante al centro dell'area, Kiba è tutto solo ma aspetta un attimo di troppo, non si coordina bene e spara a lato da pochi passi. A gol sbagliato gol subito: rinvio maldestro degli ospiti, la palla carambola in area nei pressi di Jack il quale si trova palla e avversario troppo vicini per evitare il contatto. Rigore che si può definire sacrosanto, per quanto sfortunato.
"E' stata una sensazione inebriante, la prima volta che mi capita" racconterà a fine partita un Beccò ancora emozionato per aver toccato con le proprie dite la sfera calciata dal dischetto del rigore. Ovviamente è finita alle sue spalle, ma già il fatto che l'abbia sfiorata ha alzato le quotazioni riguardo ad una sua parata entro la fine della carriera: già da oggi la snai quota l'evento 1 a 100.000, ovvero puntando un euro se ne vincono 100.000, il 15% in meno di sabato scorso.
Il Perarolo reagisce prontamente e non passano molti minuti per il pareggio: dopo un paio di ottime combinazioni palla a terra, i giallorossi trovano il gol con Kiba che si incunea tra la coppia centrale e da fuori area batte il portiere avversario in uscita. A quel punto la partita non si esaurisce, anzi entrambe le squadre cercano il raddoppio: il Correzzola punta tutto sui lanci lunghi e sui calci da fuori, coi quali colpisce ben due legni e in una terza occasione risveglia i reni di un Beccò sempre puntuale e presente. Nell'altra metà campo Pato e Paja mettoni i brividi ai terzini avversari, in particolare è il primo a meritarsi gli applausi di entrambe le tifoserie allorquando alla fine del primo tempo viene imbeccato, per sbaglio, da Cugino, stoppa a seguire lasciando tutti di stucco - anche i propri compagni - per la precisione dello stop, e calcia di prima intenzione da fuori area. La palla compie una traiettoria imprendibile per il portiere, ma si abbassa con un istante di ritardo, sorvolando la traversa di pochi centimetri e dando a tutti l'illusione del gol.
 
La ripresa segue lo stesso copione, con entrambe le squadre alla - vana - ricerca del gol della vittoria: da una parte e dall'altra si sprecano le occasioni, vuoi per le paratissime di Beccò, vuoi per la poca precisione del reparto avanzato perarolese. Le difese sono più interessate a sbrogliare la matassa che a ripartire con razionalità così il match si trasforma in una partina di ribattino, con continui capovolgimenti di fronte e il centrocampo che si trasforma in spettatore pagante. Sono gli ospiti ad avere le ultime occasioni propizie per passare in vantaggio, ed in particolare è Pato Cavallo a ritrovarsi la palla della vittoria tra i piedi, ma nella confusione generale non trova la freddezza giusta per battere a rete, sprecando a lato.
Il pareggio finale pertanto è un risultato più che giusto, la partita è stata combattuta e bella da vedere, la vittoria poteva arridere a l'una o l'altra delle compagini e nessuna delle due avrebbe rubato. Il Perarolo torna a casa convinto di aver passato il primo vero esame della stagione, conscio che ha ancora margini di miglioramento e che il livello del campionato, di qui in avanti, probabilmente si alzerà. "Prima della gara odierna avevamo affrontato squadre piuttosto deboli" commenta il capitano "e a dirla tutta noi non avevamo dimostrato di valere tanto di più. Fa piacere quindi vedere che contro squadre rognose e spigolose come quella di oggi abbiamo ritrovato il carattere che da sempre ci contraddistingue e che nelle domeniche precedenti veniva fuori ad intermittenza".
"Un punto importante, non sarà facile venire a vincere su questo campo" conferma il Baffo "I ragazzi mi sono piaciuti per l'impegno e la voglia di vincere, che hanno dimostrato di avere fino all'ultimo minuto. Questa è la strada giusta!"
Anche Beccò, premiato con la palma del migliore in campo, dice la sua: "Un punto importante, non sarà facile venire a vincere su questo campo. Soprattutto perchè in inverno aspettare mezz'ora per lavarsi può provocare raucedini, influenze, cassamenti e broncopolmoniti. Inoltre in inverno non sarebbe stato possibile lasciare la porta aperta durante la doccia, e le ragazze locali non avrebbero potuto ammirare le nostre grazie".

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AMBROSIANA SANBRUCIONE 1 - PERAROLO VIGONTINA 0

U.S. Perarolo - 2006/2007 Filed Under:
Prima sconfitta in campionato per i ragazzi del Baffo, che in una calda domenica d'ottobre si trovano a dover fare i conti per la prima volta con le ristrettezze della propria rosa. Per un motivo o per l'altro, infatti, i giocatori a disposizione del mister sono solo 14: Paja Onga lamenta un'improvvisa ondata influenzale; Salvo è disperso tra Reggio Calabria e la partita del figlio, o forse è alla partita del figlio a Reggio Calabria; Icio è in gita a Treviso; il Teschio che doveva venire non c'è; di Piero non si hanno notizie... Inoltre, a rendere il tutto più semplice, capitan Camacho è in preda alla malattia definita comunemente come "el cassamento"; Berni è una settimana che non si allena a calcio - anche se immaginiamo che si sia allenato a fare un certo tipo di movimento tra le lenzuola di quelle quattro puttane dell'est; e Jackie, che il Baffo è andato a prendere direttamente all'aeroporto pur di averlo in rosa, è evidentemente afflitto da jet lag e da carenza di testosterone, avendone abusato durante il soggiorno egiziano.
Per farla breve, la formazione è la seguente: Beccò tra i pali, Cugino e Pennywise sulle fasce, Capitan Snaro e Abbronzatura integrale a formare la coppia centrale; Scolo, Chécco, Scajara a metà campo coi gemelli lucani larghi in fascia e Paolo al centro dell'attacco. A disposizione due portieroni di riserva e il neo tesserato Gigi.
Da notare anche la presenza in panca del d.s. Simone Piedone che dopo aver regalato i palloni nuovi alla squadra, si preoccupa di allargare le scarpe del capitano indossandole per tutto il primo tempo. Ottimo esempio di dedizione nei confronti della squadra.
La partita parte bene per gli ospiti, che sembrano avere maggiore qualità rispetto agli avversari, che pure si dimostrano temibili sulla loro fascia di sinistra, laddove però c'è un ottimo Cugino a fare da guardia. Lo schieramento delle due punte centrali costringe tuttavia Berni a spostarsi nel ruolo di marcatore e a lasciare una maggior libertà agli avversari in mezzo al campo le cui ridotte dimensioni, a cui si aggiunge il continuo scampanamento, favoriscono di gran lunga i padroni di casa che si rendono pericolosi in un paio di occasioni da distanza ravvicinata.
Nel frattempo inizia lo show personale del direttore di gara, che dirige con metro del tutto personale: già dimostratosi particolarmente sveglio durante l'appello (in cui non si accorge che Bedon ha il 13 mentre in lista ha il 15), fischia un po' troppo spesso contatti del tutto irrilevanti, tanto che più che ad una partita di calcio pare di assistere ad una partita di calcetto. Peraltro, questi fischi arrivano un po' più spesso a favore dei padroni di casa che degli ospiti, e in occasione di un mancato fischio Cugino, reo di aver reclamato l'attenzione del direttore di gara con troppa foga, probabilmente svegliandolo, si becca un giallo. Sacrosanto, ma è comunque dubbia l'idea di far battere la punizione laddove il giocatore è stato ammonito, allorquando il fallo era ad almeno 20 metri di distanza. In una parola, una direzione chioggiotta.
E proprio da una punizione inventata (Pennywise si frappone fra un avversario e la palla lasciando che quest'ultima si accomodi tra le braccia pelose di Beccò, azione del tutto regolare, ma non per l'arbitro) che scaturisce il gol che deciderà la sfida. Bella parabola che si insacca sul palo coperto, proprio sotto al sette.
I giallorossi, ieri in giallorosso, sciaguratamente!, reagiscono subito e conquistano un'ottima punizione con Paolo che viene atterrato al limite dell'area da quello che sembrava essere l'ultimo uomo. Sembrava appunto.
Paolo calcia splendidamente ma la palla esce di un soffio, dando a tutti l'illusione del gol.
 
A quel punto la partita prende  una piega abbastanza noiosa: gli ospiti faticano a costruire gioco, "merito" anche di un campo davvero ostico per durezza e gibbosità (gibbosità signori, che lessico!), mentre i padroni di casa, che badano ovviamente a conservare il vantaggio, adottano il sistema palla lunga e pedalare. Sistema che ha anche un discreto successo viste le già citate condizioni della retroguardia perarolese, per quanto Beccò non sia mai in evidente pericolo.
 
La seconda frazione di gioco è un vero calvario per i giallorossi, che a fatica riescono a superare il centrocampo con raziocinio, affidandosi invece quasi esclusivamente a lanci lunghi nel vano tentativo di scavalcare la retroguardia. Nell'unica occasione in cui giocano palla a terra dimostrano di poter fare malissimo all'avversario, ma il triangolo strepitoso tra Paolo, Fefè e Pato, fino a quel momento del tutto evanescente, si conclude tra i pugni del portiere, autore di un intervento magistrale. I padroni di casa sfiorano il raddoppio di nuovo da calcio piazzato, allorquando Beccò si trova a ribattere due palloni scagliati da pochi centimetri nel giro di una manciata di secondi, ma per uno come lui, con i riflessi di un gatto, è un gioco da ragazzi. Il Sanbrucione congela gioco e cronometro, affidandosi alla sapiente direzione arbitrale che assegna numerosi falli ai padroni di casa, e come ciliegina sulla torta - nonostante i 4 cambi - concede solo 3 minuti di recupero, durante i quali peraltro gli ospiti più che rischiare il pareggio rischiano l'espulsione di Camacho (fallo da ultimo uomo) e il secondo gol da punizione proprio sugli sviluppi del fallo fischiato al capitano.
 
In definitiva, non si può certo dire che i padroni di casa abbiano rubato i tre punti, anche se un pareggio forse sarebbe stato ugualmente giusto, per la pochezza delle due squadre in campo. Spiace notare che il livello del torneo è davvero basso e che le possibilità di promozione sarebbero quindi altissime: se la rosa fosse un po' più numerosa senz'altro ci sarebbero più frecce all'arco del Baffo che invece si trova a dover fare i conti con un numero esiguo di giocatori e la sostanziale impossibilità di cambiare registro in corsa. Se fallisce il piano A, il perarolo allo stato attuale non ha i mezzi, leggasi: i giocatori, per mettere in atto il piano di riserva. Sul piano della qualità, probabilmente non dobbiamo temere nessuno, ma certo è impensabile portare avanti un campionato con 14-15 giocatori a disposizione. Con la brutta stagione che si avvicina, le settimane bianche, i cartellini, le influenze, purtroppo non è così assurda l'ipotesi di ritrovarsi in 10, se non di meno, in campo.

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