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PERAROLO 2 - SAMBRUSON ANCA

U.S. Perarolo - 2006/2007 Filed Under:
Pareggio dolceamaro, chiaroscuro, dublefas per il Perarolo, impegnato nella gara casalinga contro l'Ambrusian Sambruson ma ancor di più nel progetto di recuperare posizioni preziose in classifica. Progetto che deve assumere una battuta d'arresto in virtù del pareggio ottenuto al termine di una partita giocata sotto un'abbondante nevicata, con tanto di arbitro "costretto" ad indossare k-way con il cappuccio e berrettino con visiera... Al mondo si era visto raramente qualcosa di più pietoso. Da notare peraltro che il direttore di gara, che era lo stesso che aveva arbitrato la gara d'andata tra le due compagini, ha inconsapevolmente risposto affermativamente alla domanda posta da Luca Pajaro un paio di settimane orsono: "al ritorno mandano gli stessi arbitri dell'andata?". Sempre per rimanere nel campo del paranormale, da sottolineare la confortante presenza di spirito di Penny "Bernywise" Levorato che durante l'appello nel sentire il suo cognome, e fregandosene totalmente del fatto che la sua maglia veniva due numeri dopo, rispondeva anticipando a "gambatesa" l'omonimo Elaborato, sempre più fiero di portarsi appresso un cognome del genere (da ricordare la sua confessione di una lontana, ma nemmeno tanto, parentela con Diugà).
Ma bando alle ciance: il Baffo deve fare i conti con un paio di infortuni, la squalifica di Paja Onga e il sicuro reclamo degli ospiti per la presenza nel roster di Camacho, ufficialmente squalificato per i fatti di domenica scorsa, ma a scanso di equivoci, cari lettori, vi rassicuriamo che è tutto sotto controllo: il fiero baluardo ha scontato la sua squalifica in occasione del recupero di mercoledi sera scorso di cui vi abbiamo dato fedele cronaca su queste colonne. E' anche vero che dopo il precedente di Cugino, di certezze in via Diaz non ce ne sono più... Incrociamo le dita, che un punto in più non fa comunque schifo. Ecco allora che la formazione titolare è composta da Beccò, i cui ciuffi di barba continuano a crescere ispidi e irregolari; Trivella, Mr. Lui e Fornaro in difesa; Pato, Fefè e Totò a centrocampo con Luca Pajaro mandato in missione sulla fascia sinistra e Kiba e Morticia a chiudere l'undici titolare. Il primo tempo è escusiva dei padroni di casa: i giallorossi, ieri in blu Piedone, non si rendono protagonisti di occasioni particolarmente clamorose, se si eccettua un'asta colpita da Pajaro, ma sono costantemente proiettati nella metà  campo avversaria. Il centrocampo gira a buoni regimi, la difesa regge bene l'impatto di due punte sufficientemente fisiche e tecniche, e l'attacco cerca di scardinare l'attenta retroguardia rossobianca, anche se con fortune alterne. Il punteggio di 0 a 0 che matura alla fine del primo tempo è pertanto sostanzialmente giusto, considerando anche che Beccò deve impegnarsi solo in un'occasione, abbrancando un'insiodiosa punizione dal limite, calciata dallo stesso mancino che all'andata aveva condannato la squadra del Baffo.
Nella ripresa invece le due squadre si sbizzarriscono, e la prima a farsi notare è proprio la compagine di casa, che passa in vantaggio al quinto minuto allorquando Pato sfrutta al meglio il suo magic moment calciando dal limite dell'area una palla in maniera sporca che più sporca non si può: la palla rotola lemme lemme, fa un paio di salti, una capriola, due rotazioni e una rivoluzione e si insacca alle spalle dello stupefatto portiere veneziano. Il Perarolo reagisce alla solita maniera al vantaggio: allungandosi in cerca di un gol che chiuda il conto, e lasciando scoperto il fianco agli attacchi degli avversari che, essendo in svantaggio, ci mettono qualcosa di più. E' così che la partita prende fuoco e i due portieri cominciano a scaldarsi un po'. Ad approfittare per prima della situazione è la squadra ospite, che coglie impreparata la difesa giallorossa, e trova il pareggio con un prestigioso pallonetto dalla trequarti campo. Autore della rete, senz'altro una delle più pregevoli del campionato in corso, è il talentuoso Berni che, memore del precendete contratto con mediaset, riveste i panni di Mr. Lui e beffa Beccò in occasione dell'unico anticipo che gli riesce nel corso di 60 minuti. In effetti la sua spaccata è provvidenziale, perché ferma sul nascere una pericolosa azione in contropiede e in superiorità numerica del Sambruson, ma per qualche strano principio fisico (che nessuno dei presenti sa spiegare, ma che la troupe di "Ragazzi... c'è Voyager" è già pronta a svelare nel corso della prossima puntata) la palla s'inarca in cielo e supera il portierone perarolese con una parabola perfetta.
I biancorossi, sulle ali dell'entusiasmo, si buttano a capofitto alla ricerca del gol della vittoria, e nel giro di un paio di azioni passano in vantaggio: stavolta è proprio Beccò, incolpevole in occasione dell'autogol, a dover fare ammenda perchè tutto nasce da una sua presa un po' saponosa. La palla, non trattenuta, finisce sui piedi del tutt'altro che veloce ma sufficientemente lesto numero 11 ospite che ci mette un po' prima di calciare e lo fa solo quando lo scontro con il portiere, in uscita disperata, è inevitabile. Il pallone finisce abbondanemente fuori, ma il direttore di gara, da sotto il suo cappuccio, decide di assegnare calcio di rigore. Decisione quanto mai discutibile, e davvero strana se è vero come è vero che fino a quel momento, lo diciamo in tutta onestà, aveva arbitrato quasi a senso unico in favore del Perarolo, memore forse dei tanti torti riservati ai giallorossi in occasione del match d'andata. Beccò chiede spiegazioni, e il talentuoso arbitro risponde di aver assegnato il rigore per sanzionare "l'intenzione". Al termine della gara, Beccò va a confessarsi al Santo.
Neanche da dire che il rigore viene trasformato e che il Perarolo si ritrova improvvisamente nel baratro: il punteggio è bugiardo, inspiegabile, ma è altrettanto inspiegabile la metamorfosi della squadra di via Diaz, che, se si eccettua un'occasione sprecata da Kiba Cavallo, non è praticamente mai stato pericoloso. Siamo già nel recupero e per una volta i minuti finali non sono fatali, non ai colori giallorossi per lo meno: è Pippo Jordan Giordari a procurarsi con molto mestiere un calcio di punizione dal vertice destro (per chi attacca) dell'area di rigore. Totò giunge nei pressi della palla e confessa: "Macho, adesso tiro in porta" "No sta fare cassade" è l'approvazione entusiasta... Nessuno saprà mai se la palla che parte dal piedino calabrese fosse effettivamente intesa come un tiro in porta o meno, fattostache del tiro in porta non ne ha assolutamente i connotati, nè tantomento la direzione, ma è altrettanto vero che il pallone va a colpire la cerega di Bernoccolo Cugino che segna il gol dell'insperato pareggio e in attimo ritrova stima e fiducia da parte dello spogliatoio, che ormai lo dava per partente e francamente ne auspicava la partenza, visto anche l'orribile partita che aveva disputato fino a quel momento.
In spogliatoio i sorrisi per il punticino sono misti ai musi lunghi per i due persi e all'incredulità per l'ennesima prestazione difficilmente spiegabile. "Speriamo che si trattasse di stanchezza" ipotizza il Baffo "e che domenica prossima, con un minimo di riposo alle spalle, sul terreno tutt'altro che temibile del Codevigo riusciamo a non complicarci la vita da soli".

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