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PERAROLO 0 - SAN MARCO 2

U.S. Perarolo - 2006/2007 Filed Under:
Seconda battuta d'arresto casalinga consecutiva per l'US Perarolo, che viene sconfitto nel derby con il San Marco. Piena zeppa di facce nuove, la formazione d'oltrebrenta si presenta con delle inedite cassacche gialloblu, che si distinguono a malapena da quelle rosanero dei giallorossi di via Diaz che si schierano con Bellò, la solita difesa a 4 laddove Celin prende il posto di Pinton infortunato dell'ultimora; a centrocampo si schierano Guzzo, Salvo e Oscar che rientra e sostituisce l'infortunato Piedone Zaghetto; l'attacco modulabile ha il volto di Contin, Occhi e il Vecchio. Gli avversari si schierano invece con un 4-4-2 che diventa all'occasione un 4-2-4 nel tentativo di sfruttare i veloci attaccanti a disposizione tra i quali spicca Forcina. In tanti anni di onorata carriera a bordocampo, signori, non mi era ancora accaduto di commentare una partita laddove uno aveva una forcina in testa. Di pettinature strane tante, ma questa vince senz'altro il Ridicolo Award del 2006. Da notare che la pettinature in questione era quella che andava di moda un paio d'anni fa tra le ragazzine 14enni: frangetta ingellata da metà testa fin sulla fronte, permanente nel resto dei capelli. Anche il numero 11 sfoggia la stessa opera d'arte, racchiusa però in un'elegante fascia allo scopo di essere più aerodinamico. Anche il Vecchio, nel suo piccolo, mostrava una nuova pettinatura: uscito da poche ore dagli studi Jean Louis David, il teschiaccio presentava una zazzera stile frate francescano in pellegrinaggio. Gli mancava solo il saio.
Per tutto il primo tempo le squadre denotano una buona propulsione offensiva e qualche carenza difensiva e, a sprazzi, mantegono il pallino del gioco. Tocca per prima al Perarolo a farsi vivo dalle parti del portiere avversario, sciupando però un paio di occasioni che potevano essere sfruttate meglio. Ciò che preoccupa è una certa tendenza generale a riversarsi sul fronte offensivo senza poi ricoprire gli spazi: capita allora che, sbagliati in malo modo rimesse o calci piazzati, gli ospiti ripartano velocemente in contropiede e si trovino in superiorità numerica: e se in un paio di occasioni capitan Celin recupera la situazione commettendo fallo, alla terza c'è solo da ringraziare la buona sorte. Scattato sul filo del fuorigioco, un filo spesso un paio di metri, ma secondo l'arbitro sempre filo era, il centravanti padovano si fa beffe di Bellò e lo supera con un delizioso pallonetto che... si infrange sull'asta e incredibilmente il Perarolo riesce a sventare la minaccia. Scampato il pericolo, Guzzo e Oscar riprendono per mano la squadra dettando i ritmi per gli inserimenti sulle fasce del Vecchio, di Contin ed Elaborato. Poco dopo, Contin si beve con una finta di sopracciglia il libero avversario, entra in area e a tu per tu col portiere spedisce a lato, peccato era l'occasione giusta per passare in vantaggio e concretizzare la buona prova del Perarolo. Si va negli spogliatoi, dopo aver subito un altro contropiede in pieno recupero, con la certezza di poter fare meglio, ed è proprio con questo intento che il Baffo, squalificato ma abilmente intrufolatosi negli spogliatoi con calandosi dal camino, alza i toni: la partita è abbondantemente alla portata dei suoi ragazzi, che tuttavia devono essere più determinati e prestare più attenzione in fase di copertura.
Si torna in campo con una grossa novità: il San Marco sostituisce ben due delle sue pedine d'attacco, tra cui il centravanti, che aveva dato qualche grattacapo alla difesa rosanero. A fine gara si scoprirà che il motivo di tale avvicendamento è stato proprio l'asta colpita dal giocatore. Ci si chiede con stupore se queste fini tecniche psicologiche funzionino davvero o se dopotutto servono solo a farsi mandare affareinculo dai proprio giocatori.
Ad ogni buon conto, al suo posto entra Bilbo Baggins, uno hobbit piuttosto veloce cui è difficile prendere le misure. Mentre da fuori lo incitano "dai Porcu, corri Porcu", il Baffo decide di cambiare le marcature spostando M.Celin su Forcina e A.Celin su Porcu. Ma poco cambia: il guizzante nano da giardino fa incappare in tre falli consecutivi il mancino perarolese, e nell'inevitabile cartellino giallo. Nel frattempo, il Perarolo ha creato ancora un paio di buone occasioni, sfruttando anche la buona giornata di un Occhi carico e determinato. Ancora una volta però, la scarsa precisione e, va detto, anche la bontà del numero 1 gialloblu hanno come effetto collaterale il vantaggio degli avversari: cross dalla sinistra fino al secondo palo laddove è piazzato a metà strada tra Elaborato e Zampiron l'aitante numero 14 avversario che di testa spedisce la palla contro il palo interno. 0 a 1 e partita in salita per il Perarolo. Che tuttavia non demorde e anzi, grazie anche all'ingresso di Pato e Dario, riesce a farsi vedere con continuità dalle parti della difesa avversaria. Ma non c'è niente da fare: nè i calci piazzati, nè i corner, nè tantomeno le azioni manovrate trovano la via del gol. A un quarto d'ora dalla fine un'entrata su Dario fa pensare al calcio di rigore: la casacca nera, che pur ha mostrato diversi segni di senilità precoce, sembra prendere la decisione giusta accordando la punizione dal limite. Assistiamo anche alla sconcertante farsa del giocatore infortunato: in almeno 4 o 5 occasioni gli ospiti si accasciano al terreno rimanendoci per diversi minuti, senza poi mostrare alcun vero problema. Certo, qualsiasi squadra nelle stesse circostanze utilizzerebbe questo espediente, ma anche la "furbizia" ha un limite e ieri è stato abbondantemente passato. In particolare allorquando, battendo velocemente una punizione a pochi passi dal limite, capitan Celin imbecca Isy solo soletto in area e pronto a sparare in porta. Peccato che l'arbitro interrompa l'azione per assistere l'autore del precedente gol, il quale poi si rialza gongolante. Il cartellino giallo non è una sanzione ma una vera beffa. Detto questo, se il Perarolo si trova sotto nel punteggio è solo per il proprio demerito, ancor più quando, nel pieno tentativo di recuperare, viene trafitto per la seconda volta allo stesso modo, anche se stavolta accade sugli sviluppi di un corner. E' lo 0 a 2 finale, e non basteranno 6 abbondanti minuti di recupero per cambiare le sorti di una partita compromessa nel punteggio a causa di alcune amnesie difensive, ma ancor più da un'inspiegabile atteggiamento "a recie basse".
Peccato. Peccato perchè, come detto, la squadra non ha giocato male e non meritava la sconfitta, un pareggio dopotutto sarebbe stato il risultato più corretto. Ancora una volta, quindi, i mali del Perarolo sembrano essere a livello psicologico: il che paradossalmente rende più arduo trovarne una soluzione.

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