<<Potevamo chiuderla, DOVEVAMO chiuderla molto prima questa partita, ma abbiamo voluto regalare qualche emozione in più a questo straordinario pubblico>>. E' questo il commento a caldo di un raggiante baffo, a margine del derby per antonomasia: Perarolo - San Marco, ancora una volta, si è dimostrata essere una partita vibrante, tesa, maschia. Spettacolare.
Giocata, soprattutto nella prima frazione, su ritmi altissimi da entrambe le compagini, rimarrà sicuramente una delle sfide da ricordare di questo brillante campionato giallorosso.
Ma partiamo con ordine.
Il Perarolo affronta la seconda partita del suo trittico dei santi (Carlo, Marco e Lorenzo) schierandosi in campo con la stessa formazione che ha perso settimana scorsa, eccezion fatta per il rientro di celin al posto dello squalificato e infortunato Mattana.
Gli avversari presentano invece diverse facce nuove rispetto all'andata, e schierano un tridente offensivo privo del gigantesco centravanti e del minuscolo numero 10.
Sin dall'inizio si vede che è il Perarolo a tenere il pallino del gioco, con un salvo padrone del centrocampo: contrasta, lancia, dribbla... è un buon segno per gli uomini del baffo, che solitamente creano le proprie fortune proprio sul trio centrale Salvo-Isy-Tino. La spinta si fa via via sempre più convinta e procura una palla gol ghiottissima, che il Vecchio non trasforma poichè scivola al momento della battuta. Con un veloce e continuo gioco sulle fasce, presidiate proprio dal Vecchio e da un Kiba in condizione smagliante, i padroni di casa cercano di sfondare in più riprese, esponendosi però ai contropiedi avversari, che in più di un'occasione trovano in inferiorità numerica Zenato & co, bravi comunque a salvarsi con le buone o con le cattive.
E poi arriva il gol: ancora un'azione sulla fascia, il San Marco si scorda di Kiba e del Vecchio, lasciati soli in mezzo all'area, ed è il primo dei due a ricevere palla ed insaccare, con più di qualche brivido, facendo carambolare la palla addosso al portiere da un paio di metri di distanza. E' il tripudio, dentro e fuori lo stadio.
La reazione del San Marco arriva puntuale, e in dieci minuti gli ospiti costruiscono un paio di buone occasioni, ancora su contropiede, provocando l'ira dei difensori di casa. In una di queste è Celin a chiudere, incappando però in un gioco pericoloso sanzionato con una punizione a due in area: grande spavento, ma palla che si infrange sulla barriera. Poco dopo, Tino si scorda il 10 avversario che, indisturbato, batte a rete da posizione defilata: palla ai due all'ora che sorprende bellò, il quale se la ritrova sotto il braccio proteso, e un attimo dopo in rete. Che disdetta! Il perarolo però non si perde d'animo e conscio della superiorità dimostrata fino a quel momento, riprende a tessere il proprio gioco a tutta birra, creando ancora diverse occasioni che si concretizzano solo a pochi attimi dal 45': cross alto sul secondo palo di Kiba, Occhi stacca, anticipa il portiere e insacca. Il perarolo festeggia, l'arbitro fischia, indica l'area piccola, poi va verso il centrocampo, il San Marco batte dal fondo, l'arbitro indica il centrocampo insomma non si capisce un cazzo ma in qualche modo è gol!!!2 a 1 e tutti a bere un te caldo.
Nella ripresa, è ancora la squadra del baffo a confezionare occasioni da gol: in particolare nei primi minuti potrebbe portarsi due volte sul 3 a 1, ma gli avanti mancano di convinzione e sciupano. Rinfrancati dallo scampato pericolo, gli ospiti cominciano a pressare e ad occupare stabilmente la metà campo perarolese, pur non risultando mai troppo pericolosi ed esponendosi anzi al contropiede dei vari Occhi, Kiba, Pato: peccato che anche in queste occasioni non se ne ricavi niente di buono.
Poi ci pensa Bellò a mettere un paio di pezze, in particolare su una potente punizione da fuori area, e a preservare questa preziosa vittoria che, alla luce anche degli altri risultati, riporta vigore ai sogni di capitan Tino e soci.